Il via libera del Parlamento alla ratifica della Convenzione sull’istituzione del GCAP (Global Combat Air Programme), è un atto fondamentale per accelerare il processo di industrializzazione del sistema di Difesa europeo, che vede oggi l’Italia al centro di questa rinnovata e positiva fase di innovazione tecnologica. La recente intesa tra Leonardo e Rheinmetall, e appunto il nulla osta al programma GCAP, segnano infatti l’avvio e la prosecuzionenel caso del GCAP, di un percorso europeo autonomo sotto il profilo militare.
Entro il 2030 i Paesi membri dovranno acquisire congiuntamente almeno il 40% delle forniture militari all’interno dell’Unione Europea, azione che si tradurrà nel potenziamento della ricerca e dell’innovazione UE, immaginando anche degli strumenti finanziari adeguati per favorire un sistema unico, come l’esclusione delle spese della difesa dal Patto di Stabilità.
Sembrano davvero lontani gli anni delle tensioni sull’acquisto degli F35, e dalla pretesa di una parte della pubblica opinione e della politica di ridurre drasticamente le spese per la ricerca e l’industria militare.
La percezione del contributo della Difesa alla definizione un sistema di sicurezza e di capacità industriale si è modificato radicalmente. E questo cambio di paradigma è avvenuto prima del conflitto ucraino.
L’adesione al Programma Tempest nel 2019 dell’allora ministro della Difesa Guerini, ha confermato infatti l’affidabilità dell’industria italiana della Difesa come partner strategico della Gran Bretagna, e ha generato aspettative positive sulle quali si è innestata successivamente la presenza dell’industria giapponese, dando vita al GCAP.
L’accelerazione impressa dal ministro Crosetto a tutti i progetti industriali, si è poi tradotta in un segnale chiaro alla leadership tecnologica francese, che in questo ambito ha sempre preservato e mantenuto una supremazia sugli altri Paesi europei.
Il GCAP è un sistema integrato di aerei da combattimento di ultimissima generazione, capaci di operare con velivoli non pilotati, satelliti e altre risorse militari, interconnessi attraverso una rete intelligente basata su architettura cloud, intelligenza artificiale e data link ipertecnologici. Tra le principali aziende italiane coinvolte figurano Leonardo, Mbda Italia, Avio Ge, accanto a una rete di Pmi, afferenti soprattutto al cluster umbro. Il significato di questo progetto, la cui realizzazione si baserà sull’impiego di tecnologie avanzate come intelligenza artificiale, quantum, analisi dei big data, con applicazioni che si estenderanno a settori come la meccanica di precisione e la sicurezza cibernetica, va ben oltre l’ambito militare. La partecipazione italiana al GCAP rappresenta un’opportunità straordinaria per l’intero sistema industriale e scientifico nazionale, con il coinvolgimento dei centri di ricerca e delle università.
Si tratta, pertanto, di un investimento in innovazione e competenze, che costituisce un volano economico e occupazionale di portata rilevante, per rafforzare il nostro ecosistema industriale e proiettare l’Italia verso una forte leadership tecnologica europea e globale.